Perdersi nel respiro
Capita molto frequentemente che respirando ci si “perda”, ovvero si comincia a viaggiare in luoghi della mente e della fantasia che possono risultare anche molto piacevoli, rilassanti.
Capita che nella ritmicità del respiro circolare si perda il contatto con la propria quotidianità e soprattutto con il proprio corpo e sentire.
Capita che ci sentiamo trasportati in luoghi magici e che incontriamo avi, divinità, entità che ci fanno sentire bene, ci esaltano e ci fanno credere che il respirare sia il modo per lasciare questo corpo e andare oltre in un altrove assoluto.
No, niente di tutto questo è il respiro cosciente e coerente; l’obiettivo invece appare proprio il contrario: sentire!!!
Ma sentire cosa? tutto ciò che siamo, tutto ciò da cui fuggiamo, tutto ciò che possiamo essere… e poi, solo dopo, possiamo ascendere… ma dove? in una condizione che è libera da tutte quelle paure che ci siamo sempre portati appresso e che ci impediscono di diventare ciò che in realtà siamo: Dio.